Da prigioniero Capriotti “visita” molti campi: Inghilterra, Texas, Hawaii e Italia centrale dove, a conflitto finito, è internato nell’ R707 “Recalcitrant”, ex campo tedesco nell’attuale zona industriale di Maratta bassa riconvertito dagli anglo-americani in polo detentivo per i recalcitranti, cioè per i fascisti più duri.
Al tempo di quelle strutture a Terni ce ne sono tre: il Civil Internee Camp il cui ingresso è tutt’ora localizzabile in Piazzale Donegani (polo chimico) e che ospita civili e spie legati alla RSI (fra loro la moglie di Mussolini e la sua famiglia); l’ex SPEA un terreno della Marina Militare (è rimasto al demanio militare fino al 2007) dove ufficiali e marinai non cooperanti sono costretti al lavoro forzato dai britannici e, infine, il “707” di via dei Laghetti (di fronte al quale ora sorge il carcere di Sabbione) ricavato da una polveriera e che conserva buona parte dei muri di cinta, del filo spinato, delle torrette in mattoni, dei faretti così e della pista, in terra battuta, percorsa dai prigionieri sotto la severa e, forse un po’ sadica, supervisione di un ufficiale polacco armato di frusta.
Storie e luoghi dimenticati ma tornati a galla, alcuni anni fa, grazie anche all’opera del ricercatore orvietano Sandro Bassetti con il suo Terni. Tre lager per fascisti (Lampi di Stampa, 2010).
Fiorenzo è bollato come “recalcitrant” non perché abbia combattuto a Salò (poiché prigioniero ben prima dell’Armistizio dell’8 settembre 1943), ma per aver rifiutato ogni collaborazione con gli Alleati. Il campo chiude alla fine nel 1945 e gli internati tornano alla vita civile.
Quanto a Fiorenzo, il destino gli riserva qualcosa di particolare: un viaggio in Israele con una raccomandazione dei servizi segreti italiani. “Mi dissero - c’è un lavoro per te, uno di quelli che tu sai fare bene-” racconta in seguito il marinaio marchigiano che nel 1947 parte alla volta del neonato stato mediorientale, che in quel periodo si prepara alla prima guerra arabo-israeliana.
Il “lavoro” è addestrare marinai per azioni contro l’Egitto eseguite a bordo di veloci mezzi navali prodotti in Italia. Un documento de-secretato dei servizi americani segnala, infatti, che nel ’47 Israele ha acquistato dall’Italia barchini MTM, gli stessi mezzi navali usati dalla Decima MAS nel Mediterraneo e pilotati da specialisti come Capriotti. Il training di Fiorenzo va a buon fine e, nell’ottobre 1948, gli incursori di Tel Aviv fanno colare a picco l’ammiraglia egiziana “El Emir Farouk” ormeggiata nel porto di Gaza.
È la prima azione della futura Shayetet 13, la 13° Flottiglia ancora oggi operativa nella HaYam HaYsraeli. La professionalità del marò italiano resta a lungo impressa nella memoria delle Israeli Defense Forces tanto da dedicargli parole di elogio e una carica, onoraria, di un certo prestigio: “Fiorenzo Capriotti, che combatté nella gloriosa unità d'avanguardia "Decima Flottiglia MAS" della Marina Militare Italiana durante la seconda guerra mondiale; che ci è stato di grande aiuto nel fondare e addestrare l'unità di comando della nostra marina, durante la Guerra d'Indipendenza, identificandoci totalmente con essa, con devozione e spirito di sacrificio a suo rischio e pericolo. In riconoscimento di questo contributo alla rinascita dello stato di Israele, gli offriamo in omaggio il titolo di: Comandante ad honorem della tredicesima flotta ".
È il 22 ottobre 1992; Capriotti morirà a 99 anni nel 2008.